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Erba legale, le ultime novità dal mondo della scienza

Dove trovare la migliore erba legale online?

E’ giunto finalmente il momento di fare un po’ di reale informazione su uno degli argomenti più discussi del momento: l’erba legale.

Se ne sono sentite di tutti i colori a riguardo, affermazioni non solo provenienti da persone completamente estranee a questo mondo, ma anche prive di dati scientifici e certificati a supporto. Insomma, è stato sollevato davvero tanto polverone inutile.

Sappiamo benissimo che ogni affermazione, su qualsiasi argomento, non deve campare in aria, bensì deve essere sostenuta da una tesi approvata o dati certi; per questo motivo oggi andremo noi a parlare dell’erba legale e darvi qualche utile consiglio in merito.

Non ci soffermeremo su tecniche di rollaggio del blunt o tanto altro ancora; bensì ci serviremo dei dati scientifici a nostra disposizione, che anche voi potete trovare facilmente su Internet presso fonti attendibili.

Prima però di iniziare ad approfondire l’argomento, vogliamo comunicarvi che recentemente ha aperto i battenti l’ecommerce erbalegaleonline.com, attualmente uno dei migliori portali italiani dove poter acquistare prodotti a base di erba legale o hash in pochi click, tutto perfettamente legale e soprattutto merce di ottima qualità.

Perché girare per tutta la città nella speranza di trovare un piccolo negozio, quando è sufficiente utilizzare il proprio smartphone?

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Cannabis light e la lotta contro le dipendenze, lo studio dell’OMS

A darci la notizia, questa volta è proprio l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, di cui sicuramente tutti abbiamo spesso sentito parlare in televisione o sui giornali.

Ebbene, dopo un’accurata ricerca di settore, con approfondimento in materia, gli scienziati facenti parte OMS sono riusciti a dimostrare che l’assunzione di cannabis light contrasta la dipendenza da tabacco, o meglio dire nicotina. Un aiuto a quanti trovano difficoltà nel tentare di smettere questo vizio.

In questo caso la cannabis agisce come un dissuasore per il nostro cervello, ma partiamo dall’inizio. Ad ogni tiro di sigaretta il nostro corpo produce dopamina, sostanza che provoca un immediata ma passeggera sensazione di piacere. Questa sensazione genera forte dipendenza, che può essere soddisfatta solo con l’assunzione di altra dopamina proveniente dalla nicotina presente nel tabacco della sigaretta.

Il nostro cervello dispone di una memoria del piacere, che ci aiuta a ricordarci i momenti che hanno suscitato piacere, ed a volerli ripetere.

A questo punto della situazione entra però in gioco la cannabis, che grazie al CBD al suo interno è in grado di ingannare la nostra mente, dissuadendola dal voler una nuova dose di dopamina.

Le sorprese però non finiscono qui, in quanto la marijuana agisce contemporaneamente anche come anti-degenerativo; protegge le zone più delicate del nostro apparato nervoso e avvia un lento processo di guarigione.

Indagando più a fondo, com’era giusto che facessimo per la stesura di un articolo degno di questo nome, abbiamo scoperto che l’OMS non è sicuramente stata la prima a mostrare al grande pubblico il risultato; già nel 2013 la famosa rivista americana Pharmacology aveva pubblicato uno studio in merito con il medesimo risultato; ma andiamo avanti.

Il rapporto tra la malattia dell’Alzheimer e la Marijuana light

Il secondo studio di cui andremo a parlare subito, vede coinvolta la Marijuana light contro la malattia dell’Alzheimer, la malattia che purtroppo provoca una rapida degenerazione e involuzione delle capacità del nostro cervello, con fastidiosi sintomi come la perdita via via progressiva della memoria e di tutte le capacità cognitive dell’individuo.

A darne notizia è stata l’Università della Florida del Sud, che dopo un periodo di ricerca in merito all’argomento ha comprovato come il THC riesca ad interagire e influire con la malattia dell’Alzheimer, riuscendo a provocarne un notevole rallentamento e, in alcuni casi, addirittura l’arresto completo della progressione della malattia.

I risultati della sperimentazione sono stati subito pubblicati e resi noti sui più autorevoli giornali americani, e presto sono approdati anche in Italia.

Sarebbe inutile dilungarci con complessi termini medici e scientifici che vi risparmiamo, anche perché non ne abbiamo le competenze necessarie; tuttavia se siete interessati e se volete saperne di più, vi basterà una rapida ricerca su Google per trovare lo studio completo con tutti i risultati.

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